di Carlo M. Faggioni
Mandatario in Proprietà Industriale presso Fumero S.r.l. Milano
Il marchio storico trova rifugio nell’omonimo registro
Dal 16 aprile scorso è possibile iscrivere nel ‘registro dei marchi storici di interesse nazionale’ i marchi registrati o in uso da almeno 50 anni. L’istruttoria viene condotta dall’Ufficio Italiano brevetti e marchi ed è previsto che si concluda entro 60 gg per i marchi registrati o 180 gg per i marchi semplicemente usati.
Con l’iscrizione al registro speciale si acquisisce la facoltà di utilizzare, per finalità commerciali e promozionali, il logo «Marchio storico di interesse nazionale». Questo ovviamente non è il solo scopo di questo registro, che nasce invece come previsione del noto Decreto Crescita (DL 34/2019) nella parte (art. 31) in cui si occupa della tutela del ‘made in Italy’. In particolare, la qualifica di azienda con ‘marchio storico’ consente l’accesso ad un fondo speciale per la salvaguardia di aziende che intendono chiudere il sito produttivo o delocalizzare; per converso, l’inserimento nel registro comporta anche l’onere di notificare preventivamente al Ministero l’intenzione di “chiudere il sito produttivo di origine o comunque quello principale, per cessazione dell’attività svolta o per delocalizzazione della stessa al di fuori del territorio nazionale” per consentire al Ministero di mettere in atto interventi di recupero utilizzando il suddetto fondo.
L’iscrizione al registro ha durata illimitata, non è soggetta a rinnovo e può comunque essere oggetto di richiesta di cancellazione da parte del titolare.