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Il mio brevetto speriamo che se la cava…

Di Francesco Paolo Vatti
Mandatario in Proprietà Industriale presso Fumero S.r.l. Milano

Leggende metropolitane nel settore dei brevetti

Penso che tutti noi, nel corso della nostra vita, ci siamo imbattuti in qualche leggenda metropolitana; affermazioni che si sentono ripetere tante di quelle volte e con tanta sicurezza, che si finisce per ritenerle vere, granitiche, definitive. Spesso, poi, si rivelano sbagliate o come un’alterazione della verità, come avveniva con le frasi del telefono senza fili da bambini: il primo dice una cosa giusta e ogni volta che il messaggio viene riferito, qualcosa viene alterato, fino a risultare irriconoscibile.

Dopo oramai più di 20 anni che faccio il mandatario in proprietà industriale, ho avuto occasione di trovare diversi clienti che, con l’aria di affermare un’assoluta verità, mi dicevano qualcosa che talvolta era persino un non senso. La difficoltà è, in questi casi, quella di far capire alla persona che la verità può essere diversa e chiarire quanto sia in realtà diversa. Dico la difficoltà, perché la mia voce arriva, talora anche timida, dopo molte che, invece, hanno affermato il fatto con estrema sicurezza. Va come le famose magliette con le cinture. Anni fa, si diceva che a Napoli si vendevano magliette con disegnate le cinture, per eludere i controlli della Polizia. La vera storia la appresi a una mostra sui falsi, a Milano: un professore di psicologia dell’Università di Napoli si era recato sulla via Caracciolo e aveva cominciato a vendere alcune magliette con la cintura dipinta, urlando: “Non stringe, non stinge, ma finge”. Dopo mezza giornata e dopo aver venduto un numero di magliette tutto sommato ridotto, chiuse la vendita e le magliette non furono più messe in vendita. Tuttavia, persino un importante quotidiano nazionale dava credito alla notizia.

Cercherò di fare un servizio a quanti si interessano alla proprietà industriale, riportando le leggende metropolitane relative alla proprietà industriale che più ho sentito ricorrere fra i miei clienti, in modo da aiutarli ad avere un’idea più corretta:

  • Ho letto il brevetto, ma riguarda tutto. Come l’hanno ottenuto?
  • Ma se tutti questi brevetti che hanno citato nel rapporto di ricerca per il mio brevetto sono uguali, perché impediscono proprio a me di ottenere un brevetto?
  • Deposito un brevetto e poi devo aspettare anni prima di poter partire con lo sfruttamento della mia invenzione.
  • È inutile brevettare, tanto basta una piccola modifica per uscire dalla protezione.
  • È inutile brevettare, l’importante è fare solo il brevetto americano, gli altri non si difendono.
  • Se copio un marchio cambiandogli tre lettere, i due marchi sono diversi e posso depositare il marchio ottenuto.
  • Nella descrizione di un brevetto è sempre meglio omettere almeno un particolare.

In questo articolo mi sono limitato a mettere in luce alcune leggende metropolitane. In futuro ne spiegherò almeno qualcuna, dando anche il mio punto di vista.